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Benvenuti a Melonia
Molti di voi avranno seguito le peripezie del ministro Lollobrigida che ha fatto fermare un treno. Forse non tutti sanno che Lollo doveva andare a Caivano, provincia di Napoli, il comune del Parco Verde, la piazza di spaccio più grande della Campania e degli orrori ai danni di due ragazzine. Caivano deve diventare Melonia: la premier ha intenzione di farne un modello da attestarsi come esempio di “buon governo”. Non manca settimana che non arrivino commissari, sottosegretari, viceministri e ministri. Servirà? Staremo a vedere. Al momento a Caivano non è cambiato niente.
Nel frattempo la macchina della propaganda va avanti a pieno regime. Mi ha molto colpito vedere don Maurizio Patriciello, uno dei parroci del Parco Verde di Caivano, totalmente schierato a mezzo stampa per la Meloni, tanto da decantarne le lodi in diretta Rai, da Bruno Vespa, con tanto di scenografia sacra: la Madonna a sinistra e le Scritture a destra. Anche meno.
Mehari
Ogni tanto dovreste passarci, al Pan di via dei Mille. È gratis, si entra e potete andare a trovare la Mehari di Giancarlo Siani. Come si farebbe con un vecchio amico, ora lontano. Anzi due. Perché oggi la Mehari ci ricorda Giancarlo, il giornalista-giornalista che quell’auto guidava e su quell’auto è stato strappato alla vita. Ma quella piccola macchinetta decappottabile verde ramarro ci ricorda anche Libero De Rienzo, l’attore che interpretò Giancarlo in “Fortapasc” e che ci ha lasciati troppo in fretta.
Un Calvino napoletano
“Io credevo che a Napoli facesse caldo anche d’inverno. Invece il giorno che arrivammo noi arrivò anche il freddo, un vento marino che faceva battere i denti e gli stipiti degli usci.
Io cercavo qualcosa che «facesse Napoli», non riuscivo a capire che colore avesse questa città, che ritmo: mi fermavo a calze rammendate appese fuori dalle case, a lenzuola in aria, ‘questo fa Napoli’, ripetevo ogni volta, ma il cielo grigio, il freddo mi perdevano, e non potevo togliermi Genova dal capo.
Venne notte e camminavamo ancora contro le cancellate di ferro del porto come in gabbia; ma in fondo mi piace più così, pensavo, Napoli ormai è nord come Torino, il Meridione non esiste, è una storia che raccontano, tutto il mondo è nord, forse l’unico «terrone» al mondo sono io che giro tra le torri a traliccio e i reparti d’imballaggio come un neofita in una cattedrale”.
“Freddo a Napoli” di Italo Calvino, “L’Unità” - 1949
State seguendo?
Giuliana Florio, quella delle live NPC su Tiktok e Sara Penelope Robin, quella delle scenette, sempre su Tiktok, due tikstar napoletane, si stanno punzecchiando a vicenda. È una di quelle cose totalmente inutili ma da seguire. Del resto se avete visto il documentario di Ilary Blasi di cose inutili siete espertə…
Ma avete mai dato una occhiata alla stazione meteo dell’Università Federico II su Napoli?
Ogni tanto mi diverto a scrivere pezzi così. Sono un po’ malinconici.
L’infermiera napoletana che va a lavorare in Norvegia e spiega perché (questione di soldi, ma non solo).
*Il titolo è questa canzone qui.
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