Ma che t'o dico a fa'
Quando una persona arriva a Napoli piange due volte. La prima quando arriva, la seconda quando la metro si blocca
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Bentornati al Sud
Uscivamo da una delle più brutte emergenze rifiuti della Campania quando al cinema arrivava “Benvenuti al Sud”, rifacimento all’italiana di una sceneggiatura francese. Dinamica nord/sud con stereotipi e differenze che sfumano e amicizie che nascono. Napoli era così in basso in reputazione che scelsero Santa Maria di Castellabate , un bellissimo posto del Cilento che però sta a 120 km da Napoli.
Oh, io amo il Cilento, ci ho passato anni splendidi. Però una parte dei cilentani detesta Napoli peggio del circolo “Trota” della Lega di Uallarate sul Naviglio.
Vabbè, la storia del film la sapete. Alessandro Siani fino ad allora fortissimo in tv e a teatro, esplode anche al cinema, insieme a Claudio Bisio e ad un bel cast. Ci fu anche un sequel, meno fortunato (ma comunque andò bene).
Ricordo gente che a “Sunrise” di Norah Jones con le immagini di Castellabate piangeva al cinema. Ma piangeva tipo Titanic o Schindler's List eh. Noi un po’ incazzati perché non erano state mostrate a sufficienza le delizie del cibo cilentano (sono un altro pianeta, credetemi. È un altro mondo) uscimmo dal cinema sorridendo e convinti che il film avrebbe aiutato il turismo devastato dall’emergenza rifiuti più di qualsiasi azione istituzionale.
Quindici anni dopo, si parla di un “Bentornati al Sud”. Ne ha parlato Bisio che è in promozione per un suo film da regista, io ho chiesto ad Alessandro se ci fosse del vero, confermato.
Ah! Benvenuti al Sud e sequel furono anche un perfetto lavoro di product placement perfettamente integrato con la sceneggiatura: Poste Italiane, il postino Mattia e il direttore di filiale Alberto.
Ora però tocca capire: quindici anni dopo, ora che siamo tutti col cellulare in mano, ha ancora senso un film su Nord/Sud? La sceneggiatura è la cosa più interessante in questi casi. C’è anche qualcuno che dice no, meglio non farlo e lasciare un buon ricordo del primo film.
Attendere, prego…
A me non importa che una inchiesta giornalistica abbia uno sfogo giudiziario per forza. Non sono un pm: per me deve avere rilevanza sociale, per un pubblico ministero è obbligatorio indagare su eventuali reati.
Oggettivamente però la storia di Tony Colombo , professione cantante neomelodico di cerimonie e Tina Rispoli, professione moglie di Tony e portatrice di un cognome che è tutto un programma, meritava uno sbocco d’indagine che è arrivato a fine 2023. Nel 2019 l’inchiesta giornalistica “Camorra entertainment” aveva mostrato una serie di elementi a dir poco chiari. Parentele, amicizie, collegamenti finanziari . E poi il matrimonio di Tony e Tina, il clou del trash e dell’opacità.
In quei giorni Colombo godeva della possibilità di andare in onda su Canale 5, da Barbara D’Urso che all’epoca era potentissima e blindatissima. Fu come andare contro un tank blindato. E facemmo come la resistenza napoletana contro i nazisti. Gli ordigni nei cingolati. Fu un lavoro di tante persone, la cosa più bella è stata vederli sbucare nei gruppi whatsapp all’arrivo della notizia degli arresti a Secondigliano. Così come è stato significativo il silenzio di tutta (quasi) la stampa italiana su una inchiesta video che pure all’epoca ci chiesero di riprendere.
Pausa accussì
Mango p’ ‘a capa …
Con tutti i bravi artisti che compongono in dialetto napoletano non è il caso di farsi piacere Angelina Mango. Levate mano.
Raiz, Tommaso Primo, Tropico Petrella, Davide Napoleone, La Maschera, Geolier. Per carità poi può farlo chiunque eh. Però preferisco loro. E tutto il mondo dietro.
È arrivato l’arrotino (no il procuratore)
Abbiamo a Napoli un nuovo procuratore: è Nicola Gratteri, uno che sa come farsi sentire. Alla presentazione in Procura pareva stessero presentando un calciatore.
A proposito cosa carina/1 Per dargli il benvenuto il presidente del Calcio Napoli De Laurentiis gli aveva regalato i biglietti per lo stadio, lui ha ringraziato e li ha fatti rispedire al mittente.
Cosa carina/2: Nicola Gratteri è fan di Enzo Avitabile. Che è venuto alla presentazione del suo amico in Procura.
Qui ho fissato alcune considerazioni sulla Procura e sui suoi futuri impegni.
Bella fatta così, no? Lui è bravissimo: seguitelo
"Con tutti i bravi artisti che compongono in dialetto napoletano non è il caso di farsi piacere Angelina Mango. Levate mano."
Sono di parte, lo so. Ascolto Angelina Mango da un anno (ascolto soprattutto i due dischi precedenti, di uno spessore e varietà spettacolari considerando l'età e il fatto che sia quasi in ogni caso l'autrice).
Ho ascoltato la sua versione di 9 maggio di Liberato (da un live molto bello e "sentito"). E ne ho apprezzato la dizione, perfetta, in dialetto.
Mi spiace, ti sbagli.
Abbiamo bisogno di tutti; tutti quelli che vogliono fare buona musica (commerciale, di elite, indie, classica, etnica) indipendentemente dal luogo di nascita. E dalla nazionalità. Altrimenti facciamo che al primo che si straccia i panni di dosso perché IL MEGA ARTISTA ha cantato Napul'è affacciato dall'albergo o sul palco nello Stadio gli diciamo "no, non devi esaltarti, noi li abbiamo i cantanti, non ci servono anche loro"