La famosa invasione degli napoletani a Roccaraso
Divisi tra Rita De Crecenzo e Francesco Borrelli. E in mezzo un sacco di balle
Fosse così come la raccontano alcuni giornali, Rita De Crescenzo meriterebbe il posto di ministro del Turismo più di quella tizia rinviata a giudizio per truffa.
Ma voi sapete, vero, che non è così facile?
Conoscete la legge del tenente Aldo Raine? «Se senti una storia troppo bella per essere vera, non è vera». Ecco un caso di scuola.
«La famosa invasione degli napoletani a Roccaraso» potrebbe essere un bel racconto di Dino Buzzati ma è un fattoide, una allucinazione mediatica nata nei giorni di fine gennaio in cui stagnano le notizie e gran parte dei media italiani attendono Sanremo per mettere in moto la macchina editoriale del 2025.
Roccaraso, Abruzzo, zona di montagna e stazione sciistica notoriamente frequentata dai napoletani fin dalla fine del 1800, da quando cioè viene realizzata la ferrovia Sulmona-Isernia, che collegaAbruzzo a Lazio e Campania, nei giorni scorsi è stata oggetto di un incremento di turismo del panino: arrivo in torpedone con merenda al sacco, 6 ore sul pratone pieno di neve e poi ritorno a casa. Questo incremento è stato attribuito alla influencer di tiktok Rita De Crescenzo, personaggio napoletano controverso, dai mille precedenti e ambiguità.
Chi vi parla glielo ha detto in faccia a Rita che è considerata «il trash» di Napoli. Ma con la stessa libertà vi posso dire che assegnarle colpe per l’overtourism di Roccaraso è ridicolo.
Abbiamo raggiunto la magnitudo 7 della scala Aldo Cazzullo che sul Corriere scrive:
Ci rendiamo conto che un mondo sta finendo?
Il teatro, il cinema, la musica di qualità, i libri, le arti: tutto sta per essere spazzato via dai padroni della Rete, che elevano l'ignoranza a merito.
L'umanesimo sta cedendo a un mondo post-umano, dominato dall'intelligenza artificiale dei cyborg e dalla stupidità naturale dei social
In pratica Rita De Crescenzo male assoluto. Ha colpe di cui lei stessa ignora il significato.
Capite quanto è comodo? E quanto è meno spettacolare invece pizzicare il sindaco di Roccaraso e chiedergli: scusa, ma due vigili urbani che bloccano il traffico ed evitano il caos li tieni o sei li come un figurante? E una segnalazione alla Regione Abruzzo per farvi sostenere con Protezione civile a gestire l’afflusso l’hai fatta? E una alla Guardia di Finanza per chiarire la natura dei tanti bus turistici a 15 euro?
È meraviglioso vedere le articolesse indignate e ricche di aggettivi, quando si tratta di napoletani in salsa tiktok certi giornalisti danno il meglio (o il peggio).
Ma la cosa che mi fa più innervosire è sentire lo sdegno per il torpedone con panino a poche decine d’euro. Il turismo popolare, quello dei bus che vanno per santuari e panorami è sempre esistito. Se poi dobbiamo spendere per forza 400 euro per una giornata sulla neve fatecelo sapere.
La comodissima lettura della Napoli di oggi è ovviamente dicotomica. O sei Rita o sei Borrelli. Borrelli Francesco Emilio è il deputato napoletano noto per le sue incursioni in territori difficili e per i suoi faccia a faccia on the road in diretta streaming ed è considerato il beniamino della città perbene.
In un modo o nell’altro questa città deve essere al centro di narrazioni tra elementi contrapposti. Fa troppo comodo.
Negozietti
Molte fonoteche a Napoli hanno chiuso. Una di queste era in via Cisterna dell’Olio, alle spalle di piazza Dante. Il suo gestore ha aperto un piccolo ma fornito punto vendita in via Mario Ruta al Vomero. Se vi piacciono vinili andateci (ha anche molti libri).
Fabio
Avevo un sacco di altre cose da scrivere. Qualche giorno fa un bravo collega, Fabio Postiglione, è morto in un incidente stradale. Fabio lavorava al Corriere della Sera a Milano, l’avevo conosciuto ragazzo, sul campo, quando lavorava al “Roma”. Era uno di quei colleghi cui non potevi non voler bene.
Fabio amava tantissimo Napoli ma non aveva esitato ad andarsene pur di inseguire la passione in questo lavoro. Aveva iniziato con la cronaca bianca, poi la giudiziaria. Formare un cronista di giudiziaria è come allenare un portiere di calcio: stesso campo da gioco, ma specializzazione e regole diverse. «Sto nel frullatore qui, ma è bellissimo» mi aveva detto parlando del suo lavoro a via Solferino. Vederci, sentirci, sono quelle cose che nel nostro lavoro si dicono mille volte. Aveva 44 anni, era una brava persona che faceva il giornalista e ce l’aveva fatta con le sue sole forze. Avevo un sacco di altre cose da scrivere, ma la tristezza di questi giorni ha preso il sopravvento.
Egregio Signor Ciro Pellegrino a lei che porta un nome molto partenopeo chiedo di sintonizzarsi per solo un minuto sulla frequenza d'onda napoletana medio bassa. In un paese dove l'arte, la musica, la cultura il teatro, lo spettacolo in genere sono state sempre prerogative esclusive di una certa borghesia del mediano benestare, l'emergere di fenomeni association anche di basso livello provoca già stupore, sorpresa direi quasi fastidio perché questo baccano si alza dalla strada e disturba il fine sentire del falso sentimento aristocratico. È la potenza dei social, è l'arte dell'improvvisazione, è l'artista per caso che emerge trovando consensi è la strada che si fa strada. Di questi fenomeni dobbiamo cogliere il meglio del loro messaggio. il significato ed inquadrarli nel contesto che propongono. Il social è democratico puro non ha filtri dirigenziali. giurie corrotte e di lobby, non ha letti caldi da battere per accedere al successo e quindi c'è da farne i conti oggi, c'è da accettare e rispettare il consenso perché esso viene dallo stesso piano, dallo stesso spaccato di società ove vivono artisti veri e costruiti, onesti e disonesti veri e falsi.. Noi e loro.
Ti odio perché mi hai fatto leggere quella citazione di Cazzullo