Un giorno all'improvviso
Ci voleva lo scudetto del Napoli per far ritornare questa newsletter. Mo' speriamo di non farne una ogni 33 anni...
Preambolo
Questa newsletter è partita il 28 novembre 2016, l’ultima mail è stata inviata il 6 settembre 2021.
È cambiato il mondo, sono cambiato io; se per qualche motivo non ti interessasse più non troverai difficile disiscriversi.
«E so parole o è fantasia. E sto cagnanno ‘o ssaje pure io». Pino Daniele, “Gesù Gesù”
Questo progetto si chiama «Saluti da Napoli, storia di una città che non è una cartolina». È una newsletter (incostante) è un podcast (incostante). Non prevedo di farci soldi, diventare celebre o di chiedere di mangiare gratis al ristorante.
Voglio solo mostrarti ogni tanto cosa succede qui, per me e molti altri. Sarò più bravo, prometto.
Per i nuovi, chiamo Ciro Pellegrino, il mio mestiere è: succedono le cose? Devo raccontarle agli altri cercando di farlo presto e bene.
Per la precisione gran parte del mio lavoro è oggi gestire chi e come deve farlo, evitargli degli errori, dare un titolo quando l’hanno fatto, analizzare un sacco di fatti intorno alle notizie, ascoltare chiunque almeno 30 secondi. Il tutto senza bere molti caffè. Ma purtroppo il mio barista di fiducia è bravo.
Se hai visto la serie tv “Boris” il modello è René Ferretti, quello di Giuda e delle Formiche di Borges. Però mi piacciono pure Occhi del Cuore e Medical Dimension. L’importante è mai Machiavelli.
Divergenze tra la narrazione della festa scudetto e noi
Avete letto/visto montagne di storie. Hanno messo nel frullatore Eduardo De Filippo e Luciano Spalletti, aggiunto 30 secondi di drone racing ai Quartieri Spagnoli, un po’ di autotune di Liberato, due murale di Jorit e la voce di Pierluigi Pardo. Una specie di Fifa 2023 sotto al Vesuvio.
Poche ore dopo Napoli-Fiorentina c’è stato un terremoto (m. 3,4 scala Richter) nella zona dello stadio. Non era un gol di Osimhen, era un terremoto vero. Dovete sapere che lo stadio di Napoli è allocato ai Campi Flegrei, zona soggetta a scosse di natura vulcanica e fenomeni di altro tipo (emissione gas sulfurei, boati, bradisismo).
Non è successo niente di grave, non era distruttivo fortunatamente. Ho pensato che a volte ci si preoccupa, ma se fosse accaduto con migliaia di persone in strada se ne sarebbe accorto qualcuno/a?
A me è successo di trovarmi a San Gregorio Armeno, nella strada dei presepi, strizzato in un vicolo con migliaia di persone e apprendere qualche ora dopo che c’era stata una bella scossa.
Ma già ondeggiavo nella folla.
Rileggo ciò che ho scritto e mi rendo conto di aver associato lo scudetto ad uno dei «problemi» della città.
Dietro la cartolina della Napoli con lo scudetto che cosa scriviamo?
«L’hanno detto festeggiamo, siamo contenti, ma mille problemi da millenni si affacciano su Napoli, non li dimentichiamo?» Massimo Troisi, intervista a Gianni Minà, 1987
Io per lavoro mi occupo di cose (quasi sempre brutte) che accadono qui. Ringraziando il Padreterno non ho mai avuto però l’allucinazione di vederle pure quando non ci sono. Invece c’è la smania di voler vedere per forza la tragedia pure se non ci sta.
O meglio, di voler legare fatti e costringerli in un racconto unico solo perché avvenuti sotto lo stesso cielo. Una specie di «tutto compreso».
Giornalisti come sceneggiatori di serie tv. Tanto Napoli si è prestata e si presta da anni. Qui chiunque sappia raccontare può anche fatturare.
Se sei bravo/a ci fai una serie, un romanzo o un film, un libro, un podcast, una newsletter.
Altrimenti ti metti su TikTok e vendi qualcosa: dal pesce alle pellicole protettive per il cellulare. Un modo lo trovi.
Quando c'è stata la (prima) festa scudetto del Napoli abbiamo assistito al cortocircuito di giornalisti incapaci di distinguere due fatti distinti avvenuti nella stessa città.
Esempio? Il delitto di camorra mentre gli altri festeggiavano.
Se fai quel lavoro, «’o chillér» hai sostanzialmente tre compiti: trovare l’occasione giusta, colpire l’obiettivo ed eventualmente farla franca.
Quale momento migliore?
Eppure per tutto il giorno si è assistito al tentativo di azionare il counter della tragedia: a Napoli la solita storia, ci scappano il morto e chissà quanti feriti.
Il delitto automaticamente associato a migliaia di persone in tutta la città ignare del fatto.
Qualche numero: 500.000 persone stimate (per difetto) dal Comune di Napoli in strada la notte del 5 maggio dopo Udinese-Napoli, 203 feriti che hanno fatto accesso al Pronto Soccorso, 38 codici bianchi, 68 verdi, 75 gialli e 22 rossi (sapete, no, come funziona il triage?).
La proporzione fra gente in strada e accessi al pronto soccorso è stata lo 0,041%.
Ho letto titoli come «la maledizione di Napoli». Ora: di maledizioni questa città ne ha tante, ma arrivare qui tipo Willy il principe di Bel Air, farsi il giretto panoramico, usarle per il racconto pseudo-giornalistico ora determina una reazione.
Oggi la caratteristica identitaria (e la nota suscettibilità dei miei concittadini) si è saldata con l’orgoglio sportivo, unica cosa capace di muovere la massa critica dei napoletani (ahimè).
Io non sono tifoso del Napoli. Ma da cronista in quei giorni ho visto casino, tante irregolarità, non differenti da quelle che ho visto negli ultimi vent’anni, però non ho visto alcuna maledizione.
Ho speso pure 20 euro di bandiera e 5 di supplemento condominiale per i festeggiamenti…
È bello ‘o magnà
Stanno chiudendo molti all you can eat di sushi in città, dal vomero al centro alla zona di chiaia. Lo so perché mi piace il giappo/cinese e li monitoro tutti.
Uno dei migliori, a Santa Lucia OSAKA, ha chiuso dalla notte al giorno. Prima per «lavori in corso» poi hanno ammesso che il proprietario dell’immobile voleva troppi soldi.
C’entra l’aumento delle materie prime (pesce) e il costo dell’energia per conservarlo (abbattitori e frigoriferi). Secondo me ci saranno le ennesime pizzerie. Poi ne parliamo, eh.
Comunque per ora il miglior sushi qualità/prezzo all you can eat sta in piazza Municipio, parte alta, si chiama MASA.
Musica musica
Ogni settimana ci butto dentro qualche cosa sulla musica.
Nel frattempo: purtroppo Liberato canta ancora (vitiligine o no).
E qui ci sta una mia playlist su Spotify tutta napoletana.
Libreria
Il mio collega Gennaro Duello ha scritto un libro (il secondo), “California Milk Bar”. È in preorder su Amazon.
23 gennaio 1996, ore 16.23. Il crollo di una palazzina di tre piani, su cui si affacciava il “Milch Bar California”, provocò una violenta esplosione a causa di una fuga di gas metano fuoriuscito dalle tubazioni sotterranee.
Tutto franò in una voragine di oltre 30 metri. Erano in corso, sotto l’asfalto, dei lavori per la costruzione di una galleria che avrebbe dovuto collegare Miano e Arzano. Morirono 11 persone al Quadrivio di Secondigliano.
Se sei arrivatə fino a qua, beh, grazie. Ci vediamo venerdì prossimo. Fammi sapere se t’è piaciuta .
Grazie a tuttə ❤️ stavolta la NL sarà un po’ più rubricata e sulla città
E c’è voluto ‘o scudetto per farti tornare a scrivere la tua newsletter!!! E jamm’bell’! Esigo questo appuntamento almeeeeeno due volte al mese.