Ciao, mentre scrivo apprendo che è morto Marcello Colasurdo; lo hanno definito il «re della tammorra» ma è solo un modo per fare un titolo veloce. Perché nella tammurriata c’è tutto fuorché la monarchia. Anzi: è sovvertimento di ogni ordine costituito. La tammorra è la colonna sonora della rivoluzione.
La voce e la sapiente azione di percussione, il suono unito e combinato di castagnette, cicere, putipù, triccheballacche… Io sto scrivendo sul letto ma con una musica così nelle orecchie è impossibile stare fermi.
Non fidarti mai di chi non balla o non batte le mani durante una tammurriata.
Sî monte, sì, ma monte 'E na jastemma Sî 'a morte, sì, na morte Ca po tremma Muntagna fatta 'e lava 'E ciento vie Tu tiene 'mman'a te 'Sta vita mia
Questi versi sono una strofa della canzone “Vesuvio” dei Zezi, Gruppo di operai-cantori di Pomigliano d’Arco.
Mai visti “I Soprano”? (è la più grande serie televisiva mai prodotta nella storia, ja, non dirmi di no). Questa canzone è centrale in alcune puntate della serie Hbo sul boss della malavita del New Jersey Tony Soprano.
“Vesuvio” è potentissima, parla della vita sospesa e appesa di coloro che campano in braccio al vulcano e ne accettano i rischi con un fatalismo che non riesco ancora a spiegare ai non-napoletani.
Carlo Verdone e Massimo Troisi
Guarda prima queste due immagini. Sono tratte dai film “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” di Massimo Troisi (1991) e “Sono pazzo di Iris Blond” di Carlo Verdone (1996).
L’attrice è sempre la stessa: Nuccia Fumo. Forse la ricordate insieme alla sorella Nunzia, in “Così parlò Bellavista” e in altri film di Luciano De Crescenzo.
Ebbene, nei film di Troisi e di Verdone Nuccia Fumo fa praticamente una scena identica: interpreta una fattucchiera che in entrambi i casi rivela o risolve questioni d’amore. Sono in entrambi i casi delle scene deliziose, Nuccia Fumo era una grande artista, un volto e una voce che difficilmente dimentichi.
Per anni sono stato convinto che la scena nel film di Carlo Verdone fosse in realtà un omaggio al caro Massimo, scomparso due anni prima, nel 1994.
Con stupore ho scoperto invece che Verdone ha negato ogni omaggio. Dice che aveva visto Nuccia Fumo in teatro.
Mah, confrontate le due scene: quella di Troisi e quella successiva di Verdone e ditemi se non sono non dico identiche ma molto molto simili.
Canto d’estate
Napoli è bollente e brulica di umanità d’ogni tipo. L’estate di città scopre e scarnifica, è un assegno scoperto, una truffa consapevole, una malattia esantematica, una rabbia immotivata. Se giri per la città del turismo la trappola ti travolge con le pizze fritte, la plastica modellata e venduta come gadget, la follia gastrointestinale delle sfogliatelle addentate mentre ci sono quaranta gradi.
Devi andare a Ponticelli, al Rione Traiano, davanti ad un ospedale o il venerdì davanti al carcere, devi andare nei vicoli che sono rimasti neri e senza bed and breakfast per capire la disperazione del caldo senza tregua ma anche senza la truffa della città turistica, senza la follia salumerie con tik tok e i negozi di custodie per cellulari che sembrano società per azioni.
Giù da me ci sta un femmeniello come quelli che conoscevo da ragazzo, ne avevo tanti vicino casa. Gli sorrido, sta senza parrucca, affacciato al vascio per prendere l’ultima aria prima che il calore si insinui nel vicolo non ancora schiaffeggiato dal sole.
Lui mi saluta con un lieve gesto di mano, da duca inglese. Non devo chiedergli niente, non deve vendermi niente, è solo un saluto: nella città che si sta vendendo tutto è un saluto fra due estranei che stanno bestemmiando sotto lo stesso sole, prima di iniziare a guadagnarsi la vita.
Qualcuno metta un freno a “Mare Fuori”
Siamo a inizio luglio 2023, lo voglio iniziare a dire pacatamente: “Mare Fuori” ha scassato il cazzo. Ormai i baby attori di questa serie teen stanno ovunque e parlano della qualunque. Colpa anche dei giornalisti che avendo esaurito le domande sulla serie tv chiedono la qualunque. E colpa di genitori e manager che li fanno parlare di ogni maledetta cosa.
Una di loro, quella che interpreta Rosa Ricci ha scritto un rigo su Instagram (dove ha 1 mln di followers) «non sono italiana, sono napoletana», tutta contenta, non rendendosi manco conto della cretinata che ha piazzato lì per accompagnare una foto. Infatti qualcuno l’ha strigliata ben bene nei commenti. Ma sono pochi rispetto alla portata del post.
Per ora va tutto bene: la serie ha costi bassissimi e macina milioni in tv e sulle piattaforme.
Per farvi capire l’impatto sui ragazzini: qualche giorno fa a Napoli carabinieri hanno denunciato un ragazzino di 12 anni, nella centralissima via Toledo, mentre “per scherzare” con gli amici puntava loro il coltello alla gola ripetendo le frasi di Mare Fuori e di Gomorra.
Altri fatti
Intervista di Chris Martin su Napoli a Radio 105.
I dissing sono belli. Luché contro Salmo.
Il murale per James Senese a Miano
*Il titolo…se non lo hai capito: è questo (guagliù le basi!)
Ok,nn
ho visto I soprano, ma mi sto pentendo! Lo troverò su qualche piattaforma???
Ciao Ciro, sempre bellissimo leggerti!!!💖