Ci sono un sacco di cose di cui vorrei parlare. So’ cose tristi: omicidi, roba di politica.
Oggi non è cosa: fa troppo caldo. E mi occupo di tragedie già tutti i giorni.
Senti… ma a te piace la musica?
Fatti sentire. E magari manda un po’ in giro la newsletter, dammi una mano.
Mi raccontarono anni fa un aneddoto su Sergio Bruni. Lo portarono ad una specie di evento in un grosso spazio in provincia, lui ci andò un po’ di malavoglia, forse era stanco. Si addormentò in auto. E nessuno aveva il coraggio di svegliarlo.
Quando ad un certo punto uno prese coraggio e lo scutuliò, Sergio Bruni si ridestò contrariatissimo, non la prese bene. Poi si ricompose e scuro in volto esclamò: «Sì ma ddoje canzone e ce ne jamme!», due canzoni e andiamo via.
Erano le otto di sera, rimasero fino alle due del mattino.
Il 22 giugno 2023 sono stati vent’anni dalla morte di Sergio Bruni e non se l’è ricordato nessuno. Nessuno di istituzionale, dico.
Se ti stai chiedendo chi fosse: beh, era un grande chitarrista e cantante napoletano. Ora diresti «di musica napoletana classica» ma lui l’ha innovata profondamente.
«È mio padre. Ed è il nonno di Geolier» mi dice Gennaro “Raiz”, cantante, autore, attore.
Una delle canzoni che amo di più degli Almamegretta di Raiz, «Pe' dint' ‘e viche addo' nun trase ‘o mare» (in quei vicoli in cui non entra il mare) l’ha scritta Salvatore Palomba, l'ultimo grande poeta di canzoni napoletane, protagonista di un pluridecennale sodalizio artistico proprio con Bruni, basti ricordare la celebre “Carmela”.
Ascoltala. E leggi il testo, anche sei non sei napoletanə ce la puoi fare, lo capisci.
Napoli sempre attenta a celebrare i suoi miti, importati o temporanei come lo può essere un calciatore (tranne Maradona, ovvio) scorda Sergio Bruni. Ma comm’è?
La mattina leggo un post di Gianni Simioli su Sergio Bruni e mi arrabbio.
Per i non napoletani: Simioli è l’autore della più popolare trasmissione radiofonica napoletana d’attualità, la “Radiazza” è un deejay e un appassionato e conoscitore della musica napoletana vecchia e nuova.
Lui mi dice sarcastico: «Eh, sai non è vivo quindi non può farsi i selfie…».
È profondamente vero. La memoria di Sergio Bruni non è instagrammabile, è in bianco e nero, è un uomo con la chitarra e la voce, peraltro immancabilmente vestito di nero. E mica la gente sa che era stato un partigiano, che era zoppo perché i tedeschi gli avevano sparato mentre sminava un ponte durante le Quattro Giornate di Napoli.
Chiamo Tommaso Primo e lui mi dice:
Artisticamente lui è stato grande cerniera fra passato e presente, ha unito la Napoli popolare, quella borghese, quella di sinistra e pure quella di destra.
Ricordo il pizzaiolo del ristorante di mio zio che diceva: io tradivo me stesso perché sono di destra ma andavo alla Festa dell'Unità per ascoltarlo.
Ecco una delle canzoni più belle della musica napoletana: “Indifferentemente”.
È una canzone d’amore bruciante, perduto e disperato. E nell’interpretazione di Sergio Bruni mi fa impazzire.
Famme chello che vuò
(fammi quello che vuoi)
Indifferentemente
Tanto 'o ssaccio che so'
(tanto io lo so)
Pe' te io nun so' cchiù niente!
(che per te non sono più niente)
E damme stu veleno
(e dammi questo veleno)
Nun aspettà rimane
(non aspettare domani)
Ca, indifferentemente
Si tu mm'accide nun te dico niente
(se tu mi uccidi io non ti dico niente)
Chris ha lasciato Napoli
Coldplay sono stati a Napoli per le prime due tappe italiane del loro tour. Chris Martin ha fatto come fa di solito: prende qualcosa di locale per omaggiare il pubblico di quel Paese. Tipo a Barcellona ha fatto cantare i Gipsy King.
A Napoli ha cantato “Napule è” di Pino Daniele. Ascoltatela: l’ha fatta meglio di Emma Marrone alla festa-scudetto del Napoli.
Scetate songhe ‘e nnove….
Vincenzo Salemme ha deciso che interpreterà don Luca Cupiello nella più popolare commedia (veramente è un dramma) di Eduardo, “Natale in casa Cupiello”.
Debutto ad Orvieto ad ottobre (21 e 22, Teatro Mancinelli) e proseguirà a Fermo (25 e 26, Teatro dell’Aquila); Senigallia (28-29, Teatro La Fenice). A novembre tappa a Napoli (1 novembre - 17 dicembre, Teatro Diana al Vomero). E poi, Torino (28 dicembre - 7 gennaio 2024, Teatro Alfieri); Milano (18 gennaio - 4 febbraio, Teatro Lirico); Roma (15 febbraio - 10 marzo, Teatro Sistina); Bologna (14-17 marzo, Teatro Celebrazioni); Firenze (21-24 marzo, Teatro Verdi); Faenza (26-28 marzo, Teatro Angelo Masini).
È bello ‘o magnà.
Sono stato da “Quanto basta” , un ristorante a Pozzuoli. È comodo perché sta vicino due parcheggi. Il nome è sbagliato: non è quanto basta, fanno delle porzioni che andrebbero bene per gli elefanti. Top pasta e patate e anche la genovese.
Una finezza: servono il caffè con la bottiglia di anice. Costi tutto sommato abbordabili.
Ci vediamo fra qualche giorno ? Ja!
grazie stefano; da molti anni periodicamente devo decomprimere dal lavoro che faccio e prendere dalla cassetta altri attrezzi e guardare con altri occhi. Questo è un metodo terapeutico, sono contento ti piaccia
Sempre piacevole la tua newsletter.
Non credo che Sergio Bruni non sia ricordato perchè non instagrammato.
Dopo tutto neanche Eduardo e Totò avevano l'account.