Io non sono propriamente un genio. Men che meno del marketing. Ho fatto titoli, scritto articoli e libri, ma l’unico modo che conosco per far iscrivere le persone alla newsletter è dir loro: mandatela ad altri. Quindi lo ridico. Magari piace, magari sono interessat* a Napoli o pianificano un viaggio qui.
Vabbè, la newsletter è come Ariano Irpino: sta qua (citazione che se la capisci ti voglio bene).
A proposito: non ci facciamo mancare niente. Nemmeno il nuovo arrivato: Threads.
“Napoli Milionaria!”, stagione 2 con bed and breakfast
Tu non sai cosa cos’è la Sapienza. Non sai cosa sono i Susamielli. Magari sai dei Roccocò ma non dei Divino Amore, dei Mustacciuoli, i Raffiuoli (vabbè gli Struffoli non mi piacciono). Sono tutti dolci tipici napoletani, Sapienza, Susamielli e Roccocò sono molto speziati alla cannella (fra le altre cose), a me piacciono i Mustacciuoli perché c’è il cioccolato. Comunque quest’anno costano l’ira di dio, un cartoccio con 10 pezzi viene sotto i 40 euro in pasticceria. Ho visto proprio ieri una pastiera - dolci tipicamente pasquale ma che ormai ha perso la stagionalità - di 1,8 kg a 53 euro.
Il ragazzo del bar che lavora sotto da me prende 150 euro al mese, da lunedì al sabato 10 ore di lavoro con inizio alle 6.30 del mattino, questo per dare un termine di paragone. Non va bene, non va per niente bene.
Questa foto che vedete è stata scattata da un amico in una pescheria a vico Speranzella ai Quartieri Spagnoli, i gentrificatissimi Quartieri dove però la gente vive ancora. Un kg di vongole veracissime 50 euro.
Napoli è divisa: da una parte c’è chi propone prezzi da città scandinava, dall’altra c’è chi fa vita da favela brasiliana.
La Mensa del Carmine, il mio termometro della povertà in città (i giornalisti hanno il dovere di averne più d’uno, altrimenti non riescono a leggere la città, non la capiscono) vede allungare a dismisura la fila quotidiana per un primo piatto e del pane.
Il cambio è favorevole per i Nordamericani che qui spendono e spandono. Gli italiani risentono dell’inflazione che galoppa, l’impressione è gli affari d’oro di questi anni post pandemici finiranno, non prestissimo ma finiranno. Nel frattempo chi si sarà arricchito avrà “le chiavi” della città in mano, sociali, economiche e politiche.
Qualche giorno fa è andata in onda “Napoli Milionaria!”, film ispirato al capolavoro di Eduardo (non era granché).
Lo guardavo e pensavo che oggi stiamo vivendo la seconda fase. Loro ebbero il Dopoguerra e il boom dei Sessanta, la lacerazione degli anni Settanta di piombo, il gonfiore immotivato degli opulenti Ottanta e la distruzione di sogni e stato sociale che ha ereditato la mia generazione Nei Novanta e Duemila (grazie, chivestramuort).
C’è gente che a Napoli si sta gonfiando come all’epoca della borsa nera di donna Amalia. Finirà. E inizieremo a chiederci quando passerà la nottata.
L’oro di Napoli sarebbe la munnezza (così ci dicevano)
La foto che vedete è un digestore, un impianto di compostaggio, uno di quei cosi che ingurgitano frazione umida dei rifiuti e restituiscono compost (quel terriccio puzzolente e fertile). Sorgerà a Ponticelli, Napoli Est. O almeno così si spera: sapete che a Napoli quando si parla di munnezza può succedere qualsiasi cosa.
È assurdo, vero, che ad oggi Napoli deve spedire fuori città il suo rifiuto umido perché non ha un impianto. L’intera Campania non ne ha uno.
Un Google maps a settimana
Questa è via Pietro Colletta, zona Forcella. Nel negozio ci sono pure entrato una volta, sta di fronte Castel Capuano.
Tonino ‘o biondo l’ultimo partigiano di Napoli
Da un anno Tonino se n’è andato. È stato partigiano bambino delle “Quattro Giornate di Napoli”. Lo intervistammo:
Quando sono uscito di casa il 28 mattina sono andato casa per casa dei miei compagni di quartiere, perché avevo un ruolo di dirigente dei ragazzi. Non perché ero il più bello o il più intelligente, ma perché ero l'unico studente.
Dovete studiare, perché è l'unica difesa che abbiamo per sconfiggere questa deriva filonazista, filofascista.
Più imparerete, più potrete difendere i vostri progetti per l'avvenire. Sono la prova vivente, perché io non ero nessuno non ero figlio di qualche boss o figlio di un ricco, no io avevo un solo privilegio rispetto alla massa di giovani del mio quartiere: che ero l'unico studente e comandavo.
Questa è la risposta che do ai giovani, studiate acculturatevi.
Più saprete, meglio vi potrete difendere contro questa deriva neo-nazifascista. L'unica arma è la cultura, acculturatevi!
Non è LinkedIN però se volete approfittare…
Guarda la gamba!
Volevo rappresentarvi che il teatro Eduardo è tornato tutto disponibile su Raiplay. Così non siete costretti a vedere brutti rifacimenti. Non siamo contro la modernità: siamo contro le cose brutte.
Vabbè, buon Natale a tutt*, ci sentiamo in questi giorni,
mi raccomando ricordatevi il Gaviscon dopo mangiato.
Buon Natale Ciro
Tonino o' biondo aveva ragione la cultura e un antidoto non solo al fascimo ma soprattutto alla "malavita" e alla povertà.
Sono un esempio ,provengo da una famiglia di operai analfabeti
I miei genitori hanno fatto di tutto per farmi studiare e farmi avere dei punti di riferimento diversi, mi spiego , non il boss del quartiere ma don Peppe Diana ,per dirne una .
Oggi sono un capotecnico in una mutilazione americana e ho una bella famiglia ,prossimo anno si laureanno i mie due figli .
La maggior parte de miei amici di infanzia non hanno fatto una buona 'fine' anche perché sono stati abbadonati a se stessi e la povertà se li è mangiati vivi .
Scusate di questo sfogo.
Nicola
Buon Natale e grazie per questa respirata di Napoli natalizia, è stata bella per me che non posso scendere quest’anno 🎄