OGGI È TUTTA N'ATA STORIA 💥
Facciamo un blues e ce ne andiamo
C'è stato un momento, uno solo, in cui guardando il docu-film su Pino Daniele mi sono reso conto che quella Napoli era il risultato di qualcosa d'irripetibile, purtroppo e per fortuna,  che si trattava di una città insuperabile e al tempo stesso superata.Â
È stato quando ho visto piazza Plebiscito gremita al concerto dei duecentomila.
Contestualizziamo. Era il 1981, festa di San Gennaro. Un anno prima c'era stato il terremoto. Una cesura netta nel tessuto politico-economico, culturale, sociale, urbanistico. Al governo di Napoli c'era Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista. Ma governava pure la Democrazia Cristiana di Antonio Gava. Bagnoli era ancora fabbrica, colata di acciaio e fuoco. A Est l'odore dei petroli grezzi faceva della città una polveriera pronta a incendiarsi. Movimenti di lotta per la casa e disoccupati organizzati avevano toccato il culmine nella fine dei Settanta ma erano ancora potentissimi elementi di pressione in piazza.
Nel marzo di quell'anno c'era stato il vertice dei boss di camorra della Nuova Famiglia per lanciare la sfida alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo: l'anno successivo in Campania ci sarebbero stati quasi 300 morti. Le tangenti sulle grandi opere erano l'asse portante del Paese. Se Milano era da bere, Napoli era il rigurgito, la sbornia infame da whiskey di scarsa qualità . Avevamo la Nato. Gli americani.
E Pino cantava. Cantava. Piazza Plebiscito oggi è un meraviglioso spazio deserto: senza caos e con poca vita. In quegli anni, invece, era un parcheggio d'auto enorme. Parcheggio abusivo, ovviamente. C'è una scena in "Mi manda Picone" di Nanni Loy con Lina Sastri che litiga col parcheggiatore e con Giancarlo Giannini che la mostra proprio così.
E il passato un po' più stranoÂ
Di chi disse torneròÂ
M'aspiette o no?Â
Insomma, ti consiglio di guardarlo, il film su Pino Daniele. Ma di non aspettarti chissà cosa. Se lo guardi, scegli bene la compagnia. Perché se siamo coetanei forse avrai voglia di parlarne, di discuterne, di dire "ai tempi miei" e masticare un po' di commozione nelle parole ed è bene non essere da solo.  Oh se vai a vederlo da solo e vuo' sfugà scrivimi: ciro@giornalisticamente.net
Je nun m'arricordo cchiù / si steveme bbuono.
Prova a leggere il testo di "Gesù Gesù" ad alta voce. È una preghiera laica con Napoli sullo sfondo. E se vedi bene ci stai pure tu.
Ma dove abbiamo perduto la nostra ironia?
Io penso a Matteo Salvini, al sindaco di Cantù. Ma che sfaccimma. Ma te la ricordi la "Giulietta sì na zoccola" dei tifosi contro il Verona? E il Massimo Troisi che quando il Napoli vinse lo scudetto e scrissero "Campioni del Nordafrica" rispose: "Meglio campioni del Nordafrica che striscioni da Sudafrica"?Â
Se avessi tempo metterei su una scuola di ironia con master in pernacchio. O almeno un manuale.Â
L'ironia. Che non è urlare "Mocca ' a mammeta!" all'avversario, ma farglielo intuire amabilmente.